3 collegamento elettrico, 1 collegamenti – VEGA VEGAPULS 41 4 … 20 mA; HART compact sensor Manuale d'uso

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VEGAPULS 41 – 4 … 20 mA

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Collegamento elettrico

3 Collegamento elettrico

3.1 Collegamenti

Informazioni per la sicurezza

Lavorate sempre in assenza di tensione.
Disinserite sempre l’alimentazione prima di
eseguire le operazioni di collegamento ai
sensori. E’ l’unico modo per proteggere
l’operatore e l’apparecchio, soprattutto nel caso
di sensori che funzionano con una tensione
superiore a 42 V.

Personale specializzato

Il collegamento di apparecchi che vengono
alimentati con una tensione superiore a 42 V o
in corrente continua deve essere eseguito
unicamente da personale specializzato.

Cavo di collegamento e schermatura

Il collegamento può essere eseguito con un
normale cavo bifilare o quadrifilare (sensori
con alimentazione separata) con una sezione
di max. 2,5 mm

2

.

Utilizzate un cavo di collegamento idoneo alle
condizioni operative previste con diametro
esterno di 5 ... 9 mm (1/2 ... 1/3 inch) e/o di
3,6 … 8,7 mm (0,12 ... 0,34 inch) nel caso di
pressacavi NPT oppure di 5 … 10,5 mm nel
caso di pressacavi PG. In caso contrario non
é garantita la tenuta stagna del pressacavo.

Molto spesso é necessario prendere
provvedimenti contro l‘„inquinamento
elettromagnetico“ causato da azionatori
elettronici, linee di trasmissione o stazioni
trasmittenti, notevolmente aumentato negli
ultimi anni, soprattutto in alta frequenza, con
l‘avvento della telefonia mobile e di alimentatori
a commutazione. I sensori radar VEGAPULS
tengono conto di questo
inconveniente e il loro funzionamento risulta
raramente compromesso da eventuali
inquinamenti elettromagnetici“.

I circuiti del segnale possono invece dare
origine a problemi. Essi si comportano spesso
come antenne nei confronti dei segnali di
disturbo e questo anche per quanto riguarda i
segnali 4 … 20 mA, influenzati da variazioni
del valore medio della corrente o da rapidi
impulsi che si sovrappongono alla corrente di
misura.

Per realizzare un buon sistema di misura é
quindi necessario tener conto delle possibili
fonti di disturbo provocate dall’“inquinamento
elettromagnetico“. Purtroppo però, a causa
della serie di effetti concatenati da esso
derivanti, é difficile valutare se e quali
provvedimenti attuare per contrastare gli
influssi che interferiscono sulla corretta
misurazione. In realtà risulta estremamente
difficile, anche dal punto di vista teorico,
descrivere l’effettivo contesto operativo,
poiché le ripercussioni dipendono molto
spesso dalla frequenza del segnale di di-
sturbo: infatti i provvedimenti che risultano
efficaci con determinate frequenze, possono
rivelarsi inutili nel caso di frequenze differenti.

L’esperienza dimostra che spesso, per
proteggere i circuiti elettrici del segnale dalle
emissioni elettromagnetiche sono sufficienti
pochi semplici provvedimenti, fra i quali la
schermatura, da considerarsi il più
dispendioso.

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