Mi-tips-tricks-p1-2-it – Crivit Bottom/Feeder Fishing Reel Combo 300-9 Manuale d'uso

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L e n ze

Se in passato si utilizzavano come lenze per la
pesca intestini animali appositamente elaborati, in
seguito crini di cavallo e, ancora più tardi, fili di seta
intrecciati, oggi la pesca viene praticata con la lenza
monofilo di nylon e la lenza multifibre dyneema.
La lenza monofilo di nylon ha molti vantaggi:
1 . E ’ molto sottile a parità di resistenza.
2. Il suo allungamento è minimo sotto sforzo.
3. Dura relativamente a lungo, se curata come si

d e v e .

Le lenze monofilo
devono essere
trattate nella giu-
sta maniera. Già
caricando la lenza
sul mulinello si
deve fare atten-
zione a non cau-
sare attorciglia-
menti. La cosa
migliore è srotola-
re la lenza dalla bobina acquistata e caricarla attor-
no al mulinello facendola passare attraverso le pagi-
ne di un grosso libro.
Monofili industriali esistono in circa 70 diversi colori
e 30 diverse qualità.
La capacità minima delle bobine è di 25 m. Queste
ultime vengono dette anche bobine per terminali poi-
ché, dei 25 m di lenza, gran parte vengono utilizzati
per realizzare finali.

Le lunghezze generalmente acquistate sono le bobi-
ne da 200 a 300 m.
Le lenze monofilo sono acquistabili in diversi diame-
tri e colori. In genere più sono sottili e leggeri canna
e mulinello, tanto più sottile e leggera può essere la
lenza. Al contrario, più sono grossi canna e mulinel-
lo, più spessa deve essere la lenza. In caso di dub-
bio si deve preferire la lenza più spessa.

Per quanti vantaggi abbiano le lenze monofilo, esse
presentano anche svantaggi. La lenza è estrema-
mente sensibile al calore e alla luce (raggi UV). Se,
per esempio, in estate resta un giorno intero nella
parte posteriore dell’auto, esposta al sole, perde
sino al 90% della propria resistenza.
Le lenze monofilo sono altrettanto sensibili per
quanto riguarda la loro superficie. Anche i minimi
strappi si allargano rapidamente, danneggiando la
lenza. Per questo motivo tutte le superfici che ven-
gono a contatto con la lenza (archetto prendilenza,
rullino guidafilo, bobina e tutti gli anelli) devono sem-
pre essere lisci e privi di danni.

Dopo la pesca, in particolare quella a fondo, si dov-
rebbe controllare il lato anteriore della lenza. Se è
ruvida deve essere tagliata. Il pezzo tagliato deve
essere portato
a casa, arroto-
lato attorno alla
mano e tagliato
in piccoli pezzi.
Se lo si lascia
nella zona di
pesca, potreb-
bero rimanervi
impigliati perso-
ne ed animali,
f e r e n d o s i ,
anche in maniera letale.

Dopo la pesca in acque salate la lenza deve essere
sciacquata con acqua dolce. I cristalli del sale corro-
dono la lenza.

L’ e ffetto congiunto di luce, aria e acqua, le sollecita-
zioni sopportate in fase di lancio e recupero, nonché
l’eccessivo allungamento alterano la lenza. In gene-
re, dopo un anno di pesca ordinaria, la lenza ha per-
so il 50% delle proprie qualità.

Si dovrebbe dunque iniziare ogni stagione di pesca
con una lenza nuova.
Il finale, detto anche terminale, è il collegamento che
unisce la lenza madre con l’amo.

Il finale deve sempre avere una portata minore della
lenza madre. In questo modo si fa sì che, in caso di
sovrasollecitazione, si laceri sempre e solo il finale e
non la lenza madre.

La pesca con il finale è nel rispetto dell’ambiente e
della fauna ittica: dell’ambiente perché, in caso di
lacerazione del terminale, in natura resta solo un
piccolo pezzetto di nylon, e della fauna ittica perché
il pesce allamato corre il minor rischio possibile con
un piccolo pezzetto di lenza.

Vi sono diversi modelli e lunghezze di terminali. I
normali terminali di monofilo ai quali viene annodato
l’amo singolo per la pesca dei pesci pacifici, hanno
una lunghezza dai 40 ai 70 cm. I terminali per la
pesca dei predatori sono in genere sottili fili di acci-
aio rivestiti di materiale plastico che il pesce non può
danneggiare o spezzare con i denti. Questi termina-
li in acciaio esistono in lunghezze da 15 cm fino a 1
m. Per la pesca allo squalo si utilizzano finali in acci-
aio fino a 9,65 m.

Tutti i collegamenti vengono assicurati da nodi o da
un SIMPL ( e a s y ) .
Il nodo è l’elemento più sottile nella catena. Del
resto, un SIMPL sulla lenza ne riduce la portata di
una percentuale che può arrivare ad essere del
5 0 % .

Si distinguono 4 tipi di nodi:
1. Nodi per allacciare in maniera compatta due
estremità della lenza.

Uno di questi nodi si chiama "doppio nodo a barilot-
to”. Sebbene esso diminuisca la portata del 10-15%,
è a tutt’oggi il miglior nodo per collegare due lenze.

Il doppio nodo a barilotto viene spesso utilizzato per
la pesca dalla spiaggia, dove la lenza madre viene
annodata allo speciale terminale.

2. Nodo per allacciare in maniera sicura la lenza ad
un occhiello, quali quello della girella, della mosca
artificiale e dell’amo ad occhiello.

Il collegamento tra l’occhiello e la lenza avviene
spesso tramite un mezzo nodo a barilotto.

Questo nodo diminuisce la portata del 15%.

Un collegamento sicuro senza perdita di portata è
dato dai due nodi rappresentati in figura.

Entrambi i nodi non hanno dato perdite di portata,
durante le prove compiute la lenza si è rotta sempre
e solo nella parte libera.

3. Nodo per formare un cappio.
Più avvolgimenti ha un cappio, maggiore è la porta-

ta, in caso di 5 avvolgimenti essa è quasi del 100%.
La probabilità di una rottura nella parte libera della
lenza è pari a quella nella zona del nodo.

4. Nodo per allacciare la lenza ad un gambo e/o
amo a paletta.
Le figure mostrano il nodo ideale per allacciare gli
ami a paletta.

Con questo nodo la portata viene diminuita solo del-
la percentuale accettabile del 5%.

Un ulteriore semplice ausilio per allacciare la lenza
all’amo, alla girella o ad un’altra lenza è il SIMPL.
Oltre alla sua praticità il SIMPL ha la caratteristica di
mantenere

al

100% la portata del
nodo, poiché non
viene eff e t t u a t o
nessun nodo nel
senso comune del-
la parola.

A m i

In molti paesi si pesca ancora oggi senza canna e
mulinello o altri accessori. La lenza e l’amo sono tut-
tavia indispensabili. I primi ami per la pesca, detti

uncini, sono stati realizzati ormai più di 1.000 anni
fa. L’uncino è stato sostituito dall’amo da pesca
ricurvo. Questo amo si utilizza tutt’oggi.

La lenza può essere fissata ad un occhiello o ad una
paletta con diversi nodi o con il SIMPL, all’amo ad
occhiello con un mezzo nodo a barilotto, all’amo a
paletta con uno speciale nodo per ami.

A seconda del metodo di pesca vi sono ami di diver-
se dimensioni e forme. La scala delle dimensioni va
da 10/0 fino a 28.
Per le acque dolci vale la regola secondo la quale
maggiore è il numero, più piccolo è l’amo. Al contra-
rio, l’amo diverrà più grande al crescere della nume-
razione se il numero è seguito da /0 (4/0 è più gran-

de di 3/0).

Per quanto riguarda la forma
dell’amo si fanno le seguenti
d i s t i n z i o n i :
I più famosi sono l’amo
Limerick e quello dalla pan-
cia rotonda. Varianti dell’amo
da pesca semplice sono l’a-
mo privo di ardiglione e l’a-
mo con la punta storta, che
si utilizza nella pesca
improntata alla salvaguardia
della fauna ittica.

Inoltre esistono ami doppi,
tripli e quadrupli, che non è
permesso utilizzare per la
pesca dei pesci pacifici. Essi
vengono impiegati soprattut-
to con esche artificiali e nella
pesca ai pesci predatori.

Per far sì che la punta dell’a-
mo resti sempre acuminata,
essa deve essere aff i l a t a

regolarmente con la pietra abrasiva.
Oggi gli ami da pesca vengono prodotti in acciaio
sottile e sono di conseguenza particolarmente sotti-
li. Per proteggerlo contro la ruggine l’amo viene bru-
nito, nichelato o dorato.

Ami di qualità particolarmente elevata vengono oggi
prodotti a partire dal cosiddetto acciaio al carbonio.
A ffinché le punte siano particolarmente sottili e acu-
minate, nella produzione di questi ami il taglio avvie-
ne per mezzo di un laser. In seguito la tempra dell’-
amo non prevede solamente il suo riscaldamento e
r a ffreddamento, come avviene nel procedimento tra-
dizionale. Oltre a ciò, questi ami vengono temprati in
bagni chimici.

Tru c chi e consigli per la pesca

I n fo rmazioni utili su lenze, a m i , ga l l eggianti e piombi

Doppio nodo a barilotto

Mezzo nodo a barilotto

Come caricare la
lenza sulla bobina
in maniera corretta

Come sminuzzare
nella giusta
maniera la lenza
usurata

1.

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4.

5.

6.

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2.

3.

4.

Cappio normale

Cappio con nodo di
s i c u r e z z a

1.

2.

3.

4.

Riempimento della bobina

U n c i n o

Girella

Amo

Lenza madre

Finale

Amo Limerick

Amo dalla pancia

r o t o n d a

Amo con punta

storta/Amo senza

a r d i g l i o n e

Amo a tre punte

1

2

3

1. Finale
2. Punta dell’amo
3. A r d i g l i o n e
4. Paletta/Occhiello
5. Gambo dell’amo
6. Pancia dell’amo

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